mercoledì, novembre 07, 2007

Il Comune e i fasci littori...

Nell'atrio di Palazzo Civico a Pietrasanta sono comparse cose che pare viòlino alcuni passi della Costituzione Italiana...

martedì, novembre 06, 2007

Ciao Enzo

Enzo Biagi si è spento stamani in una clinica di Milano.
Ingiustamente cacciato perchè onesto, e relegato in seconda serata poi.
Un personaggio "scomodo", per troppi; ci lascia un Grande giornalista, opinionista e partigiano.
Ci lascia una persona che ha avuto fino all'ultimo un grande spirito di democrazia e una grande moralità.
Quindi penso che sia necessario dire Grazie a un uomo come lo è stato Enzo Biagi.
Torno in tv dopo un intervallo durato cinque anni: insormontabili
ragioni che chiamerò tecniche mi hanno impedito di continuare il mio programma.
Sono contento, perché alla mia rispettabile età c’ è ancora chi mi dà una
testimonianza di fiducia e mi offre lavoro. Ma non
voglio portar via il posto a nessuno: non debbo far carriera, e non ho lezioni
da dare. Voglio solo concludere un discorso interrotto con i telespettatori,
ripartire da dove c’ eravamo lasciati e guardare avanti.
Quante cose
succedono intorno a noi. Cercheremo di raccontare che cosa manca agli italiani e
di che cosa ha bisogno la gente. Fra poco sarà il 25 aprile. Una data che è
parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo
sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita. C’ è sempre da resistere
a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il
revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco
onorevoli; e molti di noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. Ma
nella Resistenza c’ è il riconoscimento di una grande dignità. Cosa sarebbe
stata l’ Italia agli occhi del mondo? Sono un vecchio cronista, testimone di
tanti fatti. Alcuni anche terribili. E il mio pensiero va ai colleghi inviati
speciali che non sono ritornati dal servizio, e a quelli che speciali non erano,
ma rischiavano la vita per raccontare agli altri le pagine tristi della
storia.
I protagonisti per me sono ancora i fatti, quelli che hanno segnato
una generazione: partiremo da uno di questi, e faremo un passo indietro per
farne un altro, piccolo, avanti. Senza intenzione di commemorarci.