domenica, settembre 09, 2007

La censura riduce a "Vaffa" il V-Day

Troppa censura.
Stamani mi è stato detto, quando sono andato a fare la spesa, che Vaffa può anche stare per "Vaffalerba", "Vaffangiro", "Vaffallaspesa", ed effettivamente chi me l'ha detto non ha tutti i torti.E' stato infatti ridotto a Vaffa... Day il giorno del Vaffanculo-Day o V-Day.
Ed, essendo toscano amo, come i toscani, la schiettezza nelle cose.
Troppa censura anche su certe cronache locali, e per fortuna La Repubblica, L'Unità, Il Manifesto e Liberazione sono corse in soccorso.
Del resto piccoli articoli.
Che non fanno per nulla bene alla democrazia italica, già troppo ridotta per i miei gusti.
Una democrazia troppo attaccata alla censura, troppa democrazia pubblicitaria, infatti, in ogni pagina di quotidiano, la pubblicità di turno ti lava il cervello.
Per i soldi i giornali ti fanno quel che ti pare, e per chi è meno comodo arriva la censura.
Anche per il V-Day, nei giorni precedenti alla manifestazione, c'è stata una notevole censura da parte della carta stampata, ma internet sta vincendo, forse, la lotta contro i silenzi, e lentamente il popolo, anche se è parzialmente indietro mentalmente, si sta svegliando.
Io mi son dato da fare, a ogni persona che ho incontrato ho detto del V-Day, c'è stata una grande presenza di opinioni positive, ma anche negative, di chi non crede che sia possibile cambiare l'Italia.
Poi ci sono certi giovani e meno giovani che non hanno capito il messaggio, che credono il V-Day come una cosa "da pazzi" ebbene pazzi sono coloro che non credono in un'Italia migliore, in un'Italia pulita, in un'Italia al passo con l'Europa, più civile e trasparente.
Pazzo è colui che ritiene pazzo il suo vicino, e che non vuole guardarsi in casa propria.
Insomma certe persone non hanno capito un ficosecco che il V-Day è l'iniziativa per cercare di avverare il sogno dell'Italia che tutti noi sognamo e vorremmo.

Colgo l'occasione per ricordare che è possibile firmare la proposta di legge anche nei prossimi giorni al Municipio del proprio Comune di residenza chiedendo di firmare per la lista "Parlamento Pulito".

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